Discipline del jujitsu
Ju Jitsu metodo Clark
Si deve al soke Robert Clark (1946–2012) la diffusione del jujitsu nel mondo per come lo conosciamo oggi: fu proprio lui infatti a codificare e aggiornare le tecniche tradizionali dell’arte marziale giapponese, attualizzandole e rendendole adatte alla pratica nei giorni nostri, senza però mai tradire il loro spirito originario.
La nostra scuola di jujitsu a Parma è espressione di questo metodo, che presenta vantaggi a livello di apprendimento e include molte tecniche di autodifesa.Le tecniche che vengono insegnate nei nostri corsi di arti marziali sono suddivise in programmi, a cui è legato un sistema di avanzamento basato su cinture di differente colore simile a quello di judo o karate.
Tra le attività che pratichiamo abitualmente si ricordano anche i kata (形,forme), ovvero sequenze ben codificate di difese e attacchi che si eseguono contro un avversario immaginario, e gli enbu (演武, dimostrazioni di combattimento), analoghi ai precedenti ma eseguiti in coppia.
Kick jitsu
Si tratta di uno sport di combattimento che deriva dall’incontro delle tecniche del jujitsu tradizionale (leve e proiezioni) con quelle di stampo più moderno della kickboxing (calci e pugni). I due contendenti iniziano affrontandosi in un combattimento in piedi, finalizzato all’atterramento e alla sottomissione dell’avversario: la vittoria nelle gare di kick jitsu viene assegnata a chi riesce a immobilizzare a terra l’avversario per dieci secondi o quando un atleta viene bloccato e costretto alla resa da una leva articolare, un bloccaggio o uno strangolamento.
Demo team
Consiste in una dimostrazione coreografica di tecniche del jujitsu da parte di squadre composte da un massimo di quattro atleti, che simulano un combattimento e danno prova della loro abilità, coordinazione e precisione dei movimenti. Queste esibizioni, altamente spettacolari, vengono valutate da una giuria di arbitri che assegna la vittoria in base alla precisione, alla difficoltà e alla sequenzialità delle tecniche, ma anche alla qualità coreografica dell’esibizione nel suo complesso e alle capacità atletiche dei partecipanti.
Lotta a terra
Questa disciplina consiste in un combattimento che si svolge interamente al suolo e non prevede né calci né pugni; i due atleti si afferrano e si controllano a vicenda, mettendo in atto tecniche finalizzate al bloccaggio dell’avversario per 10 secondi o al costringerlo alla resa per mezzo di strangolamenti o leve articolari.
Kobudo
Col termine kobudo, che significa “l’antica via della guerra”, ci si riferisce allo studio di alcune delle armi tradizionali giapponesi e di Okinawa. Molte di queste armi sono semplici e di origine contadina, ma vengono sfruttate efficacemente come strumento di combattimento: fra di esse citiamo, ad esempio, il bō (un bastone di legno lungo circa 180 centimetri), i nunchaku (due corti bastoni uniti da un breve tratto di corda o catena), i sai (armi simili a pugnali con tre punte) e i tonfa (bastoni dotati di un’impugnatura perpendicolare).