Storia del Ju Jitsu
Le origini: dalla leggenda…
Si racconta che il fondatore di una delle scuole più antiche e rinomate di quest’arte marziale asiatica trasse ispirazione dall’osservare una pianta di salice in inverno. I suoi rami, ricoperti da cumuli di neve, si piegavano sino a toccare terra, ma rimanevano perfettamente integri riacquisendo poi al disgelo il loro portamento originario; al contrario, i rami di altri alberi si spezzavano irrimediabilmente a causa della loro rigidità. Da qui l’intuizione delle straordinarie potenzialità del principio della “non resistenza”, applicato poi alle tecniche di combattimento.
…alla storia
Pare che le origini di questa antichissima arte marziale risalgano addirittura al IV secolo, anche se il termine Jūjutsu venne coniato solamente nel Seicento. In quest’epoca il Giappone era un paese turbolento, dominato dalla classe dei guerrieri samurai la cui arma prediletta era la katana, ovvero una lunga spada. Quando però si arrivava al combattimento corpo a corpo era necessario riuscire a neutralizzare l’avversario con armi corte, o addirittura a mani nude: ecco che dunque vennero sviluppate tecniche sempre più efficienti come proiezioni, leve articolari e bloccaggi che permettevano di vanificare anche l’attacco di un avversario molto più forte o ben protetto da un’armatura.
Nell’Ottocento, con l’avvento delle armi da fuoco, la caduta dell’ultimo shogun e la crescente occidentalizzazione della cultura giapponese, il jujitsu venne progressivamente abbandonato e cadde in declino; bisognò attendere il secondo dopoguerra perché questa arte marziale giapponese fosse “riscoperta” e diventasse protagonista di una straordinaria fase di rinascita, che l’ha portata a essere oggi apprezzata e praticata in tutto il mondo.